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Onoranze Funebri Pedranzini a Dubino in Bassa Valtellina

Cultura dei funerali

Sin dalla preistoria, una delle prime manifestazioni della civiltà umana è stato il culto dei morti: già l'uomo di Cro Magnon 28.000 anni fa seppelliva i morti con ornamenti (a Sungir in Russia furono scoperti gli scheletri di tre persone ricoperti da perle d'avorio) e in Australia già 24.000 anni fa si cremavano i cadaveri. La civiltà Harappa nella valle dell'Indo cremava i propri cadaveri e ci sono giunte urne risalenti al 3000 a.c., mentre le gigantesche piramidi degli Egizi (costruite intorno al 2750 a.c.) con gli imponenti corredi funebri sepolti assieme alle mummie dei Faraoni testimoniano che l'esigenza di assicurare la transizione dei morti nell'oltretomba e consolare chi restava erano le stesse di oggi. In Italia hanno una tradizione notevole i riti e le usanze della chiesa cattolica, che rappresentano la maggioranza delle cerimonie funebri, ma qui vogliamo volgere uno sguardo alle varie culture del mondo riguardo alle cerimonie funebri, cominciando dall'antica Roma.

A Roma, i congiunti salutavano il morente con il saluto salve et vale; al momento del trapasso, il parente più stretto raccoglieva l'ultimo respiro con un bacio e chiudeva gli occhi al morto, il quale veniva tre volte invocato, lavato e trasportato di notte dai vespillones al cimitero del colle Esquilino se povero; se ricco, aveva diritto ai funerali gentilizi (exequiae, le nostre esequie): gli addetti alle pompe funebri, i Pollinctores, deponevano il defunto su un letto funebre cosparso di fiori e sette giorni dopo sfilava un corteo con 10 suonatori di flauto, le donne praeficae con lamentazioni, il victimarius che sacrificava gli animali cari al morto, i sacerdoti e le altre magistrature a lutto, i littori coi fasci rovesciati, l'archimimus (persona che imitava i defunto negli atti e nelle vesti), poi la bara (feretrum) a spalla, gli eredi, i parenti e il resto degli intervenuti. Una moneta per Caronte era infilata in bocca al morto, così da pagare il traghetto dell'anima. Nel Foro avveniva un discorso funebre, poi la pira era accesa nel campo Marzio o vicino la tomba di famiglia (la cremazione essendo più diffusa dell'inumazione): le ceneri, cosparse di vino, venivano messe in un urna e il sacerdote spargendo acqua purificatrice, liberava il consesso dicendo ilicet (è tempo di andare): tutti davano l'estremo addio al morto (vale vale vale), i parenti andavano a casa per un banchetto funebre e il giorno dopo si deponeva l'urna nel sepolcro con manciate di terra e dicendo tibi sit levis terra (ti sia lieve la terra). I morti venivano celebrati gli ultimi giorni di febbraio nelle feste Feralia con sacrifici e banchetti e nei giorni di Maggio detti Lemuria, nei quali si dovevano scacciare gli spiriti vaganti per la casa con delle offerte. La parola funerale probabilmente deriva da funus, con riferimento alle funi per calare la bara nella tomba.

La Grecia fornì molte delle usanze romane: dall'obolo per Caronte al dovere di celebrare i funerali per non lasciare vagare l'anima (un esempio si trova nell'Eneide quando si afferma che chi giace insepolto è costretto a vagare tra le ombre senza trovare pace), i divieti all'uso delle prefiche voluti da Solone, le libagioni funebri e le processioni. le maggiori differenze consistevano nel fatto che erano le donne a lavare e preparare il defunto, una donna apriva il corteo funebre e il seppellimento era più diffuso della cremazione. Inoltre, si svolgevano anche ludi funebri in onore del defunto.

Le credenze religiose sono la base dei rituali funebri, diversi da civiltà a civiltà: sarebbe lungo enumerare tutte le varianti, ma compieremo una rapida disamina di alcune realtà: In Europa il cristianesimo predica la risurrezione e la tradizione prevede generalmente il rispetto delle volontà del defunto che vi sia una cerimonia in chiesa, preceduta da una veglia in casa del defunto con preghiere e orazioni, seguita dalla sepoltura nei cimiteri o dalla cremazione (anticamente, vi era l'usanza di seppellire i morti sotto i pavimenti delle chiese fino all'introduzione di norme più igieniche); è particolare la sepoltura in mare, codificata per i naviganti, ad esempio, nel Common Prayer Book inglese. In Scozia era usanza seppellire il defunto con un vassoio di legno sul petto, vassoio con della terra (a significare il ritorno alla terra del corpo) e del sale a significare che l'anima non sarebbe diventata terra. In Islanda il funerale avviene dai 5 ai 14 giorni dopo la morte ed è preceduto da una veglia di soli 30 minuti prima della cerimonia in una cappella funeraria.

Negli USA, invece, si ritiene che i funerali siano da celebrarsi per consolare chi rimane, quindi la volontà del defunto deve essere espressa esplicitamente in un atto legale la cui validità varia da stato a stato. Date le grandi distanze, non è insolito che la veglia si tenga prima del funerale; il corpo può essere imbalsamato e di solito è esposto in una funeral home attrezzata per lo scopo; la bara può essere coperta da fiori o dalla bandiera nazionale se il morto era nelle forze armate; dopo il servizio funebre, di solito tenuto nella funeral room o in una chiesa della religione del defunto, il corpo viene sepolto o cremato. A New Orleans vige la tradizione di accompagnare il feretro con un orchestra jazz, con musica grave sino alla inumazione e, dopo la sepoltura, allegra e ritmata per celebrare la vita del defunto. In Messico tradizionalmente vi sono due giorni dedicati ai morti, l'1 e il 2 Novembre (dia de los muertos), nei quali per le strade circolano maschere con rappresentazioni icastiche di scheletri e vi sono offerte di cibo, bevande e toeletta sulle tombe. Ad Haiti i morti ritornerebbero "possedendo" i vivi nei rituali voodoo tra ritmi di tamburi ipnotizzanti.

In Asia, la grande vastità delle culture ha prodotto numerosi rituali, tra i quali ricordiamo: il funerale musulmano, in cui la salma è lavata e composta da maschi per i defunti uomini e da femmine per defunte donne, avvolta in un lenzuolo bianco e sepolta entro un giorno dalla morte in una fossa scavata in direzione della città santa della Mecca, con il capo della persona defunta rivolto verso di essa; anche il rito ebraico vuole il seppellimento del defunto entro 24 ore dalla morte, seguito da sette giorni di lutto pubblico in cui amici e parenti si ritrovano nell'abitazione del morto per confortare chi resta; la religione mazdeista vieta il contatto del fuoco e della terra col corpo del defunto, il quale è lasciato esposto sulle torri del silenzio per essere divorato dagli uccelli rapaci e dagli elementi atmosferici: il funerale tibetano è simile, ma qui degli uomini smembrano il cadavere e lo offrono agli uccelli e alle bestie selvatiche per farlo scomparire: solo i malvagi vengono cremati; la tradizione indù vuole liberare l'anima dal corpo attraverso il rogo del defunto (lavato e avvolto in un bianco lenzuolo), meglio sulle rive del Gange, fiume che avrebbe secondo tradizione il potere di lavare i peccati; i buddisti credono nella reincarnazione e cremano su delle pire odorose il defunto; la regola confuciana prevede funerali che possono durare anche diversi giorni, alla fine dei quali il corpo (con riso e una moneta in bocca) viene sepolto e seguono altri tre giorni di lutto familiare; i cinesi vestono in bianco per il lutto e, generalmente, cremano i morti per non sottrarre terreni preziosi all'agricoltura: durante il funerale si possono sparare razzi per salutare il defunto, la cui memoria assieme a quella degli avi è ricordata nella festa del primo giorno di primavera, il Ching Ming; i giapponesi hanno un rito in tre parti (risveglio, funerale, 49 giorni), e per 49 giorni dopo il funerale, un altare è tenuto in casa e i morti vengono cremati al 99% per la scarsità di tombe.

In Africa, le tradizioni locali animiste hanno un'ampia varietà di riti funebri, da quello detto "del ritorno" paraticato nel Madagascar (nel quale il corpo del defunto è riesumato e riavvolto in un nuovo sudario di seta, poi risepolto dopo cerimonie danzanti per onorarne la memoria) al "yeho" etiope (cerimonia con uomini armati di lance), però i riti più straordinari sono quelli che si svolgono nel Ghana, dove artigiani specializzati producono bare sgargianti e dalle forme più diverse (ad esempio: pesce, automobile, bottiglia, tigre, missile) per ricordare il morto con le sue passioni, vere opere d'arte che sembrano sfidare la morte muovendo al sorriso.

Eseguiamo i nostri servizi di fiorista e onoranze funebri in Italia: in molti comuni della regione Lombardia, nella Provincia di Sondrio, in Valtellina, in Valchiavenna, nelle provincie di Lecco e Como fino ai confini con la Svizzera (Ticino e Grigioni), in particolare nel comune di Dubino e frazioni (Nuova Olonio, Careciasca, Monastero, Mezzomanico, Casello 7, Dosso, Rogola, Colombaio, Pontaccio), Mantello, Cino, Cercino, Traona, Mello, Dazio, Civo, Caspano, Valmasino, Ardenno, Berbenno, Buglio in Monte, Castione Andevenno, Sondrio, Albosaggia, Colorina, Forcola, Tartano, Talamona, Morbegno, Albaredo, Bema, Gerola, Pedesina, Regoledo di Cosio e Cosio Valtellino, Rogolo, Andalo Valtellino, Delebio, Piantedo, Colico, Curcio, Villatico, Laghetto, Piona, Sorico, Gera Lario, Gravedona, Domaso, Vercana, Montemezzo, Verceia, Novate Mezzola, Samolaco, Gordona, Mese, Prata, Chiavenna.